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GUIDA TURISTICA

CAROVIGNO
Carovigno ha origini antichissime, risulta, infatti, abitata fin dalla prima età della pietra, come attestano diversi ed interessanti ritrovamenti del paleolitico e del neolitico.
Significativi resti di insediamenti umani, sono tuttora visibili in contrada Carisciola e nei pressi della lama di Mezzaluna. Città della Japigia, divenne centro fiorente con la civiltà messapica, come dimostra l'importantissimo materiale archeologico esposto nei musei di Egnazia, Brindisi e Taranto.
Il primitivo etimo Carbina dal greco Karbina (fruttifera), sottolinea la sua caratteristica preminente di essere copiosa di olio, vino, mandorle e fichi. In seguito cambia denominazione sino a pervenire all'attuale forma onomastica di Carovigno. La città occupa tutto il colle, difesa da una triplice cinta di mura: la più interna formata da grosse pietre informi, l'esterna, da grandi parallelepipedi di tufo duro, senza cementazione. Nel 473 a.C., alleata di Brindisi, Carbinia viene distrutta dai Tarantini, subendo crimini di ogni genere.
Alla distruzione scampò la rocca, in seguito cinta da alte muraglie con quattro torri, due rettangolari (una a Porta Brindisi ed una a Porta Ostuni, tuttora esistenti) e due rotonde. La dominazione di Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi, arrecarono a Carovigno tribolazioni, lutti e miserie, aggravati da cinque secoli di arrogante strapotere baronale, che resero nulla la stessa autorità del Re. Il regime feudale di Carovigno comincia con Adamo Trambaj, definito da Vincenzo Ariani "il Nerone dei suoi tempi, compendio mostruoso di ingiustizie, ingiurie, soprusi ed angherie". Verso la fine del 1500, comunque il paese appare circondato da muraglie, torri e fossati e vanta un comodissimo castello. A metà del '700, Carovigno passa in feudo alla famiglia Imperiali, titolari del marchesato di Oria e del principato di Francavilla Fontana. Estintasi la famiglia Imperiali, dopo un decennio di emancipazione sotto la Regia Potestà, Carovigno viene venduta senza obblighi di feudalità a Gerardo Dentice, principe di Frasso.
L'equivoco atto di vendita rende complessa e litigiosa l'applicazione delle leggi murattiane, sulla soppressione della feudalità, e causa una lunga controversia fra Comune e casa Dentice. Carovigno contribuisce al Risorgimento d'Italia con personalità di assoluto rilievo, tra cui spicca la nobile figura di Salvatore Morelli, antesignano propugnatore dell'emancipazione della donna, dell'introduzione della scuola materna e di quella promiscua.

In tutto il suo fascino antico, Carovigno merita di essere scoperta a piccoli passi. Ecco cosa vedere e cosa fare durante le vacanze a Carovigno. Porte d`accesso e torri d`avvistamento, chiese e castelli, luoghi simbolici e tradizioni secolari si incontrano lungo le vie di Carbina, antico nome di Carovigno, il cui centro storico è detto “la terra”. Sul punto più alto vi è il castello Dentice di Frasso coi tre torrioni, fatto costruire nel XV secolo dal principe Raimondo Orsini del Balzo e si presenta, oggi, con un elegante cortile interno, caratteristiche logge e scalinate. Appartengono al castelllo anche la cappella di Sant`Anna e la storica Porta Ostuni detta “Porta Nuova”.
La passeggiata alla scoperta delle cose da vedere nel centro storico di Carovigno continua dall`altra parte delle mura risalenti alla fine del XIV secolo, un`antica torre quadrangolare insieme a quella dell`orologio del XVIII secolo stanno accanto a Porta Brindisi, nei pressi della piazza principale in cui spicca la chiesa del Carmine del 1625. Nel centro storico medievale si apre l`accesso secondario su una stradina caratterizzata da tanti piccoli archi, nota come Arco Del Prete. Storico, rinomato e ancor oggi attivo è il forno pubblico “Lu scattusu”, in cui i prodotti sono ancora cotti sulla pietra in un forno alimentato a fascine d`ulivo
Contrada Donnagnora
72017 OSTUNI - BR
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